Guerra in Ucraina: Gazprom comunica la riduzione del 50% dei flussi di gas all’Italia.

Guerra in Ucraina: Gazprom comunica la riduzione del 50% dei flussi di gas all’Italia

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Ennesima decisione unilaterale da parte della Russia e senza spiegazioni. Il prezzo del gas sale verso i 135 euro a MWh.

 

Gazprom ha da poco comunicato a Eni che oggi fornirà solo il 50% della richiesta giornaliera di gas, pari a circa 63 milioni di metri cubi.

Eni, in una nota sull’approvvigionamento di gas dalla Russia, conferma che le richieste sono state soddisfatte solo in modo parziale “con quantità effettive consegnate pressoché invariate rispetto ieri”.

Gasdotto Tap, Algeria e rigassificatori hanno coperto quasi totalmente la domanda interna di gas, da quando il 15 giugno Gazprom ha avvisato Eni di aver tagliato le forniture destinate all’Italia.

Si tratta di una decisione unilaterale, senza alcun preavviso e senza spiegazioni. Una situazione preoccupante che si somma all’ulteriore riduzione dei flussi destinati alla Germania attraverso il gasdotto Nord Stream (-67 milioni di metri cubi al giorno). 

 

Il governo rassicura: pronto a mettere in campo contromisure.

Nella giornata di ieri il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha comunicato che la riduzione delle forniture di gas, al momento, ha prodotto “un danno limitato” e che la situazione “è sotto controllo”.

Cingolani aggiunge: “Certo che, se questa riduzione di fornitura dovesse perdurare, a inizio della prossima settimana il governo è pronto a mettere in campo contromisure”.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha riferito che la Russia mente quando dichiara che le riduzioni di forniture non sono premeditate, ma legate a problemi di manutenzione. “Sia la Germania che noi, e altri, crediamo che queste siano bugie. In realtà c’è un uso politico del gas, così come stanno usando il grano per fini politici”, ha affermato il presidente del Consiglio.

 

Riduzione del 50% dei flussi di gas: il prezzo del gas sale ancora.

Il prezzo del gas in Europa oggi, sale del 7,3% a 133,50 euro per MWh. “Nei mercati del gas, la riduzione della dipendenza dalle importazioni di gas naturale russo da parte dell’UE è abbastanza simile a quella che si sta manifestando nei mercati globali del greggio. Tuttavia, a differenza dei mercati globali del greggio, non è possibile reindirizzare gran parte delle molecole russe spostate verso altri Paesi. Data la mancanza di connettività dei gasdotti tra i giacimenti di gas naturale occidentali e la parte orientale del Paese, la Russia non è in grado di reindirizzare quelle che un tempo erano considerate forniture europee verso i suoi altri importatori, ovvero la Cina”, ha sottolineato JP Morgan.

Fonte Milano Finanza

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